⛵️🛟⛱🏕 #tiromancino/ Il turismo non è più il "petrolio" della Maremma


Raramente si erano visti parcheggi così vuoti tra metà e fine luglio a Marina di Grosseto. Gli operatori turistici, in particolare i gestori degli stabilimenti balneari, hanno detto che questo luglio il calo delle presenze sullo stesso mese del 2024 è stato del 30%. Valutazioni identiche a quelle dei loro colleghi di Capalbio, riportate dal giornalista Mario Lancisi in un articolo pubblicato sul Corriere Fiorentino (gruppo Corsera).

Che sta succedendo dunque? Semplicemente, quel che aveva preconizzato l’ultimo rapporto della Regione sul turismo in Toscana. “La spinta all’aumento dei flussi, trainata dalla componente estera, si affievolisce durante la stagione 2024, e i primi quattro mesi del 2025 segnalano una sostanziale stagnazione delle presenze (-0.4%). Confermata anche dai dati provvisori e parziali per il mese di maggio”. Il report pubblicato a inizio luglio, sulla scorta dei flussi del primo quadrimestre di quest'anno, sottolineava anche: “le criticità si concentrano nelle aree balneari (-15%) e sono bilanciate dalla spinta del turismo in città d’arte (+4%), mentre più stabili sono i flussi nelle aree di campagna (+ 0.2%) e in lieve regresso quelle montane (-1.4%)”. Ancora: “le dinamiche riflettono un effetto di composizione per origine dei turisti. In termini di mercati di origine è ancora molto forte la spinta della componente extra-europea (+9.2%), non solo nelle città d’arte. A contrarsi ulteriormente rispetto al 2024 sono i flussi degli italiani (-8.6%) cui si aggiunge la riduzione degli europei nelle destinazioni costiere (-6.8%), in particolare dalle nazioni di lingua tedesca. Si tratta di evidenze da monitorare, che trovano una possibile spiegazione nelle dinamiche socioeconomiche emergenti nei paesi d’origine e nell’aumentata concorrenza tra destinazioni mediterranee nel settore balneare”…..

Linguaggio asettico da rapporto tecnico. Tradotto brutalmente, a Capalbio: ombrellone e due lettini, 40-50 euro/giorno. Panino, 8 euro. Pranzo in spiaggia, 30 euro. A Castiglione della Pescaia, probabilmente, anche di più. A Marina di Grosseto, un ombrellone con due lettini intorno ai 25-30 euro/giorno. Un appartamento con 4 posti letto a Castiglione della Pescaia 1.500 euro/settimana a luglio e 1.800 ad agosto……  Confesercenti Grosseto ha quantificato la crisi: accorciamento del periodo di vacanza, concentrazione degli arrivi nei week-end, riduzione del potere d’acquisto, conclamata attenzione alla spesa (anche da parte degli stranieri) = a luglio incassi a -15%.

Poi c’è l’Istat: dal 2019 al 2024 i salari reali degl’italiani hanno perso il 10,5% del potere d’acquisto. Il 23,1% della popolazione – quasi un quarto – è a rischio povertà o esclusione sociale. L’occupazione sta crescendo, ma l’80% dei nuovi occupati è over 50. Tant’è che per Bankitalia, a fronte della crisi demografica, se entro il 2050 non aumenteranno lavoratori giovani e donne, il prodotto interno italiano è destinato a crollare del 9%: -197 miliardi di euro ai prezzi odierni. Per evitare il declino, conclude il centro studi di Bankitalia, servono più immigrati e maggiore produttività.

    


Memoria da pesci rossi

Era già tutto scritto. Ma abbiamo la “memoria di un pesce rosso” (per quanto la credenza popolare non abbia alcuna base scientifica). Già in corso d’opera – nei due anni di lockdown da Covid che nel 2020-21 avevano fatto esplodere le presenze turistiche sul nostro territorio per il blocco degli spostamenti a medio lungo raggio - tutti gli esperti di marketing territoriale raccomandavano di capitalizzare il massiccio afflusso di “visitatori forzati” offrendo loro servizi qualificati e calmierando i prezzi. In modo da lasciargli un buon ricordo dell'esperienza turistica fatta in Maremma e sull'Amiata. Incentivandone il desiderio di tornare e favorendo il passaparola positivo sulla destinazione. Raccomandazioni ribadite anche nel biennio 2022-23, altro periodo di crescita.

Ovviamente, parole al vento. Sia negli anni del lockdown che in quelli successivi i prezzi sono schizzati in alto. E la qualità già non esaltante dei servizi, pubblici e privati, non è mediamente migliorata. 

Il sopravvalutatissimo “petrolio” del turismo - che una narrazione approssimativa continua a magnificare oltre i suoi meriti – oltretutto, secondo il “Conto satellite del turismo” dell’Istat genera in media solo il 6,5% del Pil. Arrivando al 13% considerando il valore aggiunto prodotto da tutte le attività economiche riconducibili al comparto dei servizi turistici. Dagli alloggi alla ristorazione, passando per i trasporti ed i servizi culturali, fra gli altri.

A dire il vero, il lockdown non è stato l’unico fattore esogeno che negli ultimi anni ha fatto da acceleratore alle presenze turistiche sul nostro territorio – drogandone i numeri complessivi e quindi la percezione dell'impatto sull’economia della provincia. Già nel triennio 2016-18 gli attacchi terroristici in Nordafrica, Turchia, Francia e Spagna, e il clima generale di paura che si era diffuso nel mondo, avevano favorito l'Italia come destinazione turistica perché rimasta miracolosamente immune agli attentati. Dagli accoltellamenti alle sparatorie, passando per furgoni e camion lanciati sulla folla.

Anche le guerre in Ucraina, dal febbraio 2022, e il genocidio dei Gazawi dal 15 ottobre 2023, hanno in qualche modo favorito l'afflusso di turisti sul nostro territorio, scoraggiando i viaggi all'estero per il diffuso clima di insicurezza. Così come l'impennata dei costi dei trasporti aerei a seguito delle montagne russe nelle quotazioni del petrolio di quel biennio.



 

Prezzi e servizi

Ciò detto, la morale distopica della favola è che in generale, con le dovute eccezioni, in provincia di Grosseto non si è colta l'occasione per riqualificare l’offerta turistica. Industrializzando tutte le attività della filiera. Ennesimo capitolo della lunga concatenazione dei treni persi negli anni. Perché culturalmente indolenti, illusi di poter continuare a procrastinare un modello di business turistico ancorato a condizioni del passato che oggi non esistono più.

Provando a fare un breve e tutt’altro che esaustivo elenco di quel che continua a non funzionare. Il fulcro dei problemi rimane ancora il livello pretenzioso dei prezzi rispetto alla qualità media dei servizi offerti a chi frequenta questa destinazione turistica.

L’indisponibilità a ridurre i margini di utile – senza prendere atto delle mutate condizioni di contesto - sta infatti progressivamente erodendo lo zoccolo duro dei nostri turisti storici, costituito dal ceto medio nazionale. Peraltro, a sua volta già abbondantemente in crisi per la perdita costante di potere d’acquisto. Fenomeno all’origine della crescente divaricazione tra le strutture di lusso ed extra-lusso (ormai decine) che continuano a prosperare, e tutte le altre che combattono per rimanere a galla. O mantenere le proprie rendite di posizione. D’altra parte. Limitandosi al bacino del Mediterraneo. Sono oramai molte le destinazioni – ultima, la Bulgaria – che per l’offerta balneare rivolta alla fascia di reddito medio e basso hanno dimostrato di saper essere competitive in termini di prezzi e servizi con le nostre realtà.

Poi c’è il problema infrastrutture. Di Corridoio tirrenico (non solo Aurelia) ed E78 sarebbe pleonastico parlare. Ma anche sulla micro-scala siamo nel guano. Tornando a Marina di Grosseto. E guardando ai dati 2024 delle presenze turistiche nel Comune capoluogo (un milione circa). Ridendo e scherzando, Marina nei mesi di punta dell’estate passa da 3.000 residenti ad ospitare intorno alle 100mila persone. Beh, nella principale frazione balneare del capoluogo non c’è né uno spazio per spettacoli e concerti, né un’arena attrezzata per ospitare tornei di sport da spiaggia. Il lungomare è trasandato e uguale a sé stesso da più di vent’anni. Non ci sono aree sosta per i camper vicino alle spiagge. I parcheggi del lungomare hanno l’asfalto devastato e sono privi di alberature….

Poi ci sarebbe da capire perché, archiviati i tentativi degli anni ’90, nonostante condizioni favorevoli, il sistema alberghiero non sia riuscito a diventare il terminale per i voli charter di qualche tour operator. Oppure per quale inconfessabile motivo (di tipo politico) si è deciso qualche anno fa di smantellare un portale unico della promozione turistica molto ben strutturato (www.maremmatoscana) e gestito da un back-desk con uno staff agguerrito. Intorno al quale era stata organizzata anche una rete di punti d’informazioni turistiche. Lasciando spazio a una caotica e frammentata disorganizzazione in ogni ambito: tanto che nemmeno esiste un unico portale Internet che informi sulle diverse iniziative d’interesse turistico che per almeno 4-5 mesi si sviluppano sul territorio.

In una provincia che lo scorso anno ha avuto 5,7 milioni di presenze turistiche, d’altronde, ogni Comune sparpaglia in mille rivoli le risorse ingenti della tassa di soggiorno in splendida autarchia, senza una strategia comune.

Infine, la resistenza ottusa a interpretare i cambiamenti dei comportamenti turistici, riorientando l’offerta dei servizi sui nuovi gusti. Anche tenendo conto del nuovo trend demografico, caratterizzato dalla riduzione e diversificazione dei nuclei familiari. Che, fra l’altro, comporta una ridefinizione di massa del modo di vivere le vacanze. Ad esempio, tagliando drasticamente il periodo di permanenza in una località, con soggiorni medi di 4-5 giorni. Cosa che in un territorio impigrito su schemi d’interpretazione obsoleti dei comportamenti turistici, dovrebbe avere come conseguenza la veloce riconfigurazione dell’offerta. E delle politiche di pricing.

 

Non tutto è perduto

Qualcuno, tuttavia, le idee chiare ce le ha. Merita riportare le parole di un operatore di Marina di Grosseto, Maurizio Biancotti. “C'è un calo sulla spiaggia - ha dichiarato a Maurizio Caldarelli del Tirreno - ma molti miei clienti, molti arrivati per la prima volta, scelgono Marina per fare mare ed esperienze: un giorno sono andati al Giglio, una volta a Firenze, a Roselle, ma anche Massa Marittima, Magliano. Le famiglie hanno avuto un aumento dai 200-300 euro per la spesa alimentare, oltre al mutuo variabile di 3-4 punti percentuali. Per fronteggiare le spese chiedono il bilocale invece del trilocale. Sta scomparendo il turista che veniva tutte le settimane da Siena per il giorno di festa. Ha rallentato perché tra gasolio, panino, gelato, pizzetta, giochini vanno via 200 euro”. Quindi: “bisogna lavorare sull'organizzazione, magari investendo parte del milione di euro che arrivano alla tassa di soggiorno per migliorare il marketing, la comunicazione, rendere accessibili i servizi al privato che affitta. Bisogna fare rete. Basta copiare quello che fanno località che vanno per la maggiore”.

Basta Jhonny Stecchino. Se a Palermo il problema principale NON è il traffico. Sulle spiagge maremmane NON è il meteo.



Commenti

  1. Caro Max, hai perfettamente ragione. Il punto decisivo è l'incrocio tra un pensiero imprenditoriale ottuso dei gestori locali pubblici e privati, che tu hai ben evidenziato, e lo sprofondando economico del ceto medio indotto dalle politiche neoliberiste..

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  2. Bravo Massimiliano ciò che dici è maledettamente vero e molto triste ma è proprio così

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