🎯🎯🎯 #tiromancino – Davvero a Grosseto c’è qualità della vita per chi ha fra 18 e 35 anni, come dice Il Sole24Ore?


C’è di che essere scettici, non c’è dubbio. Stando alla graduatoria elaborata dal Sole24ore nell’ambito dell’indagine generale sulla qualità della vita in Italia che esce a dicembre, secondo i focus pubblicati lunedì scorso sulla qualità della vita di bambini, giovani e anziani, la provincia di Grosseto sarebbe un luogo ideale per i giovani dai 18 ai 35 anni. La Maremma, infatti, sta al 7° posto della classifica nazionale relativa alla qualità della vita delle persone "giovani".

Detta così fa onestamente un po’ schiantare dal ridere, perché nella percezione di chi ci vive – al di là del ritornello consolatorio sul «territorio meraviglioso» - la provincia di Grosseto è tutt’altro che un’isola felice per i giovani, e per le famiglie giovani. Un territorio nel quale, oltretutto, di giovani ce ne sono pochi. Peraltro, in linea con quel che succede in quasi tutta Italia, ostaggio di una profonda e duratura crisi demografica.

Le tre classifiche “generazionali” (ciascuna composta da 12 parametri) redatte dal Sole24Ore misurano con i numeri la vivibilità dei territori per bambini, giovani e anziani. «Gli indicatori – spiega il quotidiano nella premessa ai tre focus - sono stati selezionati per evidenziare particolari aspetti che influenzano la qualità della loro vita. Ad ogni parametro è stato poi assegnato un punteggio per ciascuna provincia da 0-1000. E la classifica finale è il risultato della media dei punteggi conseguiti».

Tenendo conto che ogni indagine statistica è una rappresentazione semplificata dei fenomeni che si è deciso di fotografare, per quanto sulla provincia di Grosseto arrivi a conclusioni che sembrano inverosimili, l’indagine del Sole24Ore offre molti spunti interessanti per capire quanto davvero questo territorio sia “accogliente” per chi abbia fra 18 e 35 anni.

 

DEMOGRAFIA FUNEREA ☔☔☔

Prima di analizzare i 12 indicatori utilizzati per il focus, merita chiamare in causa tre mappe demografiche che il giornale di Confindustria ricollega ai tre ambiti d’indagine. La prima riguarda i bambini da 0 a 10. Gli under 10 sono appena il 7,4% della popolazione totale e negli ultimi cinque anni sono diminuiti del 13,25%: uno dei risultati peggiori d’Italia. I giovani dai 18 ai 35 anni residenti in provincia sono il 16,3% del totale, con una diminuzione nel quinquennio del 2,77%: anche stavolta una performance tra le peggiori nel Paese. Guardando agli anziani con più di 65 anni, questi sono il 28,2% dei residenti, e negli ultimi anni sono aumentati del 2,79%: buon per loro, indubbiamente. Ma ciò significa che siamo un territorio molto attempato. Fra i più attempati d’Italia. Altro fattore significativo da tenere in debita considerazione: in tutte e tre le mappe demografiche siamo i peggiori in Toscana.

Ma non è finita qui. Interessanti le relazioni statistiche tra le grandezze che fotografano le generazioni. In provincia di Grosseto gli under 10 sono diminuiti del 22% rispetto a chi ha più di 80 anni. Chi ha fra 18 e 35 anni è diminuito del 42% rispetto a chi ne ha più di 65 (per convenzione l’età da pensione). Chi è in età da pensione (over 65) è cresciuto del 116% rispetto a chi è in età lavorativa (15-64 anni).
Le conclusioni sono lapalissiane: siamo un territorio poco dinamico e molto orientato all’invecchiamento della popolazione residente. Tradotto in soldoni: non butta per niente bene. Anche se in diversi continuano a pensare si viva in una specie di Eden.

 

I 12 INDICATORI DEL SOLE 24 ORE ⇧⇩

A questo punto, merita analizzare cosa ci dicono i 12 parametri che stando al Sole24Ore farebbero della nostra provincia un’enclave dove chi ha tra 18 e 35 anni – i cosiddetti giovani – vivrebbe piuttosto bene. Non a caso la media dei dodici indicatori considerati (1000 punti alle migliori performance, 0 punti alle peggiori) ci colloca al 7° posto in Italia.

1. Il numero di laureati o con altri titoli terziari nella fascia d’età tra 25 e 29 colloca la provincia di Grosseto all’80° posto sulle 107 province italiane. Il che, onestamente, non è un bel vedere perché la qualità dell’istruzione è già oggi - e sempre più lo sarà in futuro - uno degli elementi principali di competitività di un territorio. Più alto è il livello d’istruzione medio, più s’innalza la qualità della vita. È un dato assodato.

2. Guardando al tasso di disoccupazione giovanile calcolato in percentuale sulla classe di popolazione tra i 15 e i 29 anni, Grosseto si colloca all’84° piazzamento in Italia. La disoccupazione giovanile è una delle piaghe del mercato del lavoro nazionale, e un grosso problema sociale, tanto più che siamo un Paese – e una provincia – con pochi giovani. Tra quelli messi peggio al mondo.

3. Il migliore risultato, col 6° posto in graduatoria, arriva dal saldo migratorio per 1000 abitanti, calcolato come differenza tra cancellati dai registri anagrafici e nuovi iscritti in provincia. Questo è un indicatore positivo, almeno in apparenza. Perché significa che c’è mobilità sociale, e chi se ne va è quasi compensato da chi arriva. Bisognerebbe però capire dal punto di vista qualitativo perché si lascia e perché si viene. L’impressione netta è che per lo più si vada via per trovare lavoro migliore, e si arrivi a fine ciclo lavorativo per godersi la pensione. Il che non dà prospettive entusiasmanti.

4. Che il lavoro a Grosseto sia un problema, lo dice l’indicatore su imprese con titolari under 35, calcolato in percentuale sul totale, che ci colloca al 93° posto, in fondo alla graduatoria. Insomma, sono pochi i giovani che fanno impresa rispetto a quelli maturi. Non è un segno di salute considerato che significa scarso ricambio generazionale nelle attività economiche. L’elevato tasso di imprenditorialità che c’è in provincia di Grosseto, associato alla vivace dinamica di apertura e chiusura delle attività certificato dai saldi della Cciaa, significa che in molti provano ad aprire un’attività per mancanza di alternative. Sperando di sostituire un reddito che è venuto meno. E fra questi i giovani sono una esigua minoranza.

5. l’incidenza percentuale dell’affitto di un bilocale sul reddito medio dichiarato nel capoluogo ci colloca al 68° posto, nella seconda fascia della graduatoria. Non siamo nella situazione drammatica delle aree metropolitane, dove gli affitti sono killer sociali, ma le locazioni incidono abbastanza sui redditi mediamente bassi di chi ha tra 18 e 35 anni.

6. Nel capoluogo la differenza del canone medio d’affitto tra centro e periferia è alta e ci colloca al 101° posto. Insomma, la città è piccola ma le differenze fra affitti sono grandi, a seconda di dove si vive. Per cavarsela bisogna andare a stare nelle frazioni.

7. Fermo restando che ci si sposa poco in generale, ogni 1000 abitanti il rapporto tra numero di matrimoni e popolazione è positivo, è siamo nella parte alta della graduatoria al 29° posto.

8. Il primo figlio arriva tardi (è un trend nazionale), e l’età media al parto della madre ci colloca all’85° gradino. Le cosiddette scelte riproduttive sono un rebus sul quale s’interrogano in molti, senza arrivare a conclusioni ultimative. L’Italia è da anni in pieno inverno demografico, con pochissime aree in cui i neonati si avvicinano a sostituire i morti. Sono tutte nelle zone del Centro nord economicamente floride e con servizi alle famiglie diffusi. Noi siamo evidentemente fuori dal giro.

9. Con le aree sportive all’aperto siamo messi bene, lo sappiamo. E quindi nel comune capoluogo siamo al 14° posto nel rapporto fra metri quadri di impianti sportivi per residenti dai 18 ai 35 anni. La fascia climatica favorisce l’attività open air, che migliora la qualità della vita.

10. Anche quanto a bar e discoteche ogni 10.000 residenti dai 18 ai 35 anni non possiamo lamentarci, e otteniamo un onorevole 13° piazzamento. Ma siamo un territorio a forte vocazione turistica e quindi è logico aspettarsi certi numeri. Meno certo è che la qualità della vita sia fortemente influenzata dall’andare a ballare e dal fare colazione al bar in modo seriale.

11. Buono pure il 35° posto per numero di spettacoli ogni 1.000 giovani (18-35). Un dato, anche in questo caso, sul quale incide molto la stagione turistica: quattro mesi in cui si concentra la stragrande maggioranza delle occasioni.

12. Non esaltante il numero degli amministratori pubblici under 40 sul totale, che vale il 67° piazzamento in graduatoria. Forse, essendo mediamente vecchiotta la popolazione, i giovani susciteranno poca fiducia.

 

CALMA E GESSO 👣👣👣

Tirando le fila del ragionamento. I parametri che ci portano su in classifica generale, al 7° posto, sono il saldo migratorio (6°), il numero dei matrimoni (29°), i metri quadri di impianti sportivi all’aperto (14°), bar e discoteche (13°) e numero di spettacoli (35°). Gli altri sette parametri si collocano tutti tra il 67° e il 101° piazzamento, in maggioranza intorno all’80°. Un po’ poco per certi entusiastici commenti che hanno ritratto Grosseto e provincia come luoghi ideali per viverci, se hai dai 18 ai 35 anni. Se questo è il paradiso, figuriamoci come stanno in altre lande. Senza disfattismi, ma con pragmatismo: questo oggi non è un Paese per giovani.



Commenti

  1. Concordo: non è un Paese per giovani e la situazione è molto seria. Il basso tasso di natalità è uno dei problemi principali dell’Italia e della nostra zona, servono giovani e anche in fretta, altrimenti il sistema Paese rischia il collasso. Detto questo però quasi tutti pensiamo che l’erba del vicino sia sempre più verde, in realtà non sempre è così, e questo sondaggio lo conferma. A Grosseto la situazione di vivibilità per giovani è complessivamente migliore rispetto ad altre città e girando e pernottando in molte città italiane per lavoro, ne avevo avuto la percezione!

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