☣️☣️☣️ #tiromancino – Peggiori in Toscana per tasso di vaccinazione. 44.767 senza vaccino: vergognarsi non basta










Ci sono molti indicatori per valutare l'arretratezza di una comunità. Quelli utilizzati più comunemente sono di natura economica, come il Pil, il valore aggiunto o il reddito disponibile pro capite. Poi ci sono quelli sulla salute. Quelli sul livello di scolarizzazione. Gli indicatori generici sulla qualità della vita. Quelli sulla qualità ambientale oppure quelli demografici: tasso di natalità, indice di vecchiaia, tasso di ricambio naturale della popolazione, saldo demografico complessivo e via dicendo…

Qualunque di questi parametri si prenda in considerazione, la provincia di Grosseto occupa sempre posizioni poco onorevoli. Molto spesso è proprio all'ultimo gradino. Da qualche giorno sappiamo anche che siamo i peggiori nella Toscana del Sud per percentuale di persone che hanno concluso il ciclo vaccinale anti Covid. Siamo i peggiori nel confronto con le province di Siena e Arezzo, e in generale in Toscana. Dato incontrovertibilmente legato alla copiosa presenza di scienziati no-vax.

Un altro record negativo – di cui portiamo la croce – rispetto al quale non c’è da andare per niente fieri. Anzi, il peggiore fra tutti i risultati mediocri espressi da questo territorio. Perché, esemplificativo di un'arretratezza culturale e comportamentale che equivale a un vero e proprio stigma. Per quanto inflittoci da una quota minoritaria di “minus habens” residenti nelle nostre lande.

Metterlo in evidenza non è un atto di compiaciuto autolesionismo, né sintomo di un autoreferenziale senso di superiorità rispetto a certe persone. È piuttosto la precondizione necessaria a prendere atto - in questo caso come singoli cittadini, in attesa che la politica (quella vera) esca dallo stato di letargia - che per tutelarci bisogna reagire. E prendere decisioni drastiche.

 

Numeri da incubo

Guardiamo due numeri. In provincia di Arezzo hanno concluso il primo ciclo vaccinale (1a+2a dose) l’84,05 per cento dei residenti. In quella di Siena l’82,53 per cento. A Grosseto solo il 78,87 per cento. Da notare che ogni punto percentuale considerato rappresenta circa 2.100 persone, che in quanto non vaccinate non solo contribuiscono a diffondere più velocemente il virus. Ma avendo statisticamente sintomi più gravi dei vaccinati, sono quelle che intasano i reparti ospedalieri Covid e le terapie intensive. Mandando in palla gli ospedali, mettendo sotto pressione il personale sanitario, e in definitiva causando l'abbassamento della capacità del sistema di rispondere ai bisogni sanitari non riconducibili al Coronavirus. Per non parlare dei disagi causati ai familiari di chi è ricoverato, che a causa loro non possono accedere agli ospedali.

Tornando ai numeri. Al 5 gennaio 2022 in provincia di Grosseto c'erano ancora 44.767 persone (esclusi gli under 5 non vaccinabili) che non avevano concluso il primo il ciclo vaccinale, composto dalla prima iniezione e dal richiamo. Al metto di poche migliaia di persone esentate per reali motivi di incompatibilità con le loro patologie pregresse, davvero un bel numero di analfabeti funzionali che hanno rifiutato di vaccinarsi in base a convincimenti a-scientifici, paure irrazionali, teorie complottiste, credenze magiche e affini. Complessivamente il 21,13 per cento (compresi i pochi esentati) della popolazione residente nella nostra provincia: «il posto più bello del mondo», direbbero alcuni.

Siccome non ci priviamo di niente, inoltre, naturalmente siamo anche all'ultimo posto per percentuale di residenti che hanno già fatto la terza dose “booster” di vaccino: quella che secondo tutti i più recenti studi epidemiologici scientifici accreditati, è in grado di innalzare potentemente la nostra «memoria immunitaria». Ovverosia la resilienza del nostro sistema immunitario alla variazione del virus. Ad Arezzo il 34,52 per cento di chi ha completato il primo ciclo vaccinale. A Siena il 35,92 per cento. A Grosseto il 33,92.

 

La statistica non perdona

Ora. Si dà il caso che proprio in questi giorni due fra le testate giornalistiche più accreditate e affidabili in Italia – Il Sole 24 Ore e Radio Popolate (Popolare Network) - abbiano effettuato una propria analisi convergente nei risultati, per valutare quanti posti letto sarebbero stati occupati nei reparti Covid e nelle terapie intensive se fosse stato già vaccinato il 100% della popolazione italiana. Il Sole 24 Ore si è avvalso della consulenza della Fiaso (Federazione delle aziende sanitarie e ospedaliere), mentre Radio Popolare per i calcoli statistici si è rivolta ad Alessandro Ferretti, fisico dell’Università di Torino e del Cern.

Spiega Il Sole 24 Ore (edizione di sabato 8 gennaio) che «se oggi ipoteticamente il 100% degli italiani fosse immunizzato, con il booster per chi ha ricevuto le due dosi da più tempo, ci sarebbero 11.188 malati Covid in meno - da 14.642 a solo 3.454 (tutti vaccinati) - nelle corsie, che in pratica si svuoterebbero visto che i pazienti nelle terapie intensive crollerebbero da oltre 1400 (dato del 5 gennaio) a solo 120 (il 91,3% in meno), mentre quelli ricoverati nei reparti ordinari diminuirebbero da 13.232 a 3.334. In pratica un taglio complessivo delle ospedalizzazioni di circa tre quarti. Numeri che declinati anche a livello regionale porterebbero le percentuali di occupazione dei posti letto a livello nazionale all’1,2% nelle terapie intensive e al 5,2% negli altri reparti. Praticamente tutta Italia resterebbe bianca e lontanissima dalle zone gialle».

Sottolinea invece Radio Popolare (Popolare Network) che «tra i non vaccinati l’incidenza dei ricoveri in terapia intensiva è di 151 per milione di abitanti. Tra i vaccinati da meno di 5 mesi è 6,5, un rapporto di 1 a 23. Se tutti i non vaccinati avessero fatto almeno due dosi, avremmo 991 posti occupati in meno, praticamente 2/3 in meno di quelli attualmente occupati. Tra i ricoveri ordinari, sarebbero 6585 in meno, i morti 947 in meno in un mese».

Sempre Radio Popolare spiega che «Omicron sta gradualmente attenuando le differenze tra vaccinati e non per quanto riguarda il contagio, ma non per la malattia grave. I ricoverati non vaccinati erano circa il 64% al 5 dicembre, e lo sono anche un mese dopo con numeri assai più alti. Mentre tra la popolazione vaccinata crollano gli ospedalizzati con la terza dose e il peso si sposta su chi ancora non ha effettuato il richiamo. Il vaccino, dunque, si conferma una barriera fondamentale sulla malattia grave».

Cioè a dire che l’obbligo vaccinale «arriva tardivamente, così come tardivamente è stata avviata la campagna sulla terza dose. E per quanto dai primi dati molto parziali, che iniziano a vedersi in questi giorni, le ospedalizzazioni di Omicron siano effettivamente in proporzione minore rispetto a Delta, la rapidità esponenziale della crescita dei casi in brevissimo tempo non mette al riparo il sistema ospedaliero, come stiamo vedendo in questi giorni. Meno casi in proporzione ai contagi, ma troppi in poco tempo: senza un intervento deciso che incida anche sull’andamento dei contagi complessivi, che finora il governo ha completamente escluso dalle proprie scelte, nei prossimi giorni la situazione negli ospedali è destinata a diventare ancora più critica».

 

Reagire non balbettare

Concludendo. Considerata la gravità della situazione sanitaria, nonché la minaccia concreta alla nostra qualità della vita e al nostro benessere economico, le persone dotate di raziocinio e buon senso dovrebbero sentirsi impegnate a contrastare l'epidemia di «analfabetismo funzionale» che sta portando troppa gente a fare la scelta pericolosa di non vaccinarsi. Per cui bisogna smetterla di minimizzare e di rinunciare a prendere di petto chi continua a comportarsi in modo irresponsabile rispetto alla salute e alle priorità di un'intera società. Perché non è bello farsi mettere in croce da certa gente, che se ne infischia di tutto e di tutti per un’ottusa forma d’egoismo sociale.

Per il #tiromancino bisognerebbe anche prendere atto che certi personaggi e certe forze politiche hanno una responsabilità enorme rispetto alla follia che stiamo vivendo. Ça va sans dire (non ci sarebbe nemmeno bisogno di dirlo).




 




















   

 

 

 

 

 

 

 

 

         

























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