💡💡💡 #tiromancino – È finalmente arrivato il momento della geotermia. Basta con petrolio e metano.



Una fortunata congiunzione astrale di più eventi rende evidente che la geotermia è inevitabilmente destinata a diventare una delle principali fonti rinnovabili per la produzione energetica. Con il Monte Amiata e la “zona geotermica tradizionale” delle Colline Metallifere, già oggi fulcro della geotermia nazionale, destinati a svolgere un ruolo ancor più determinante per ridurre la dipendenza del Paese da petrolio e metano d’importazione.

Basta mettere in fila le cose per capirlo. L'impennata dell'inflazione generale dovuta all'aumento planetario dei costi dei combustibili fossili (petrolio e metano) responsabili dei “gas serra”, che sta mettendo a rischio ogni settore produttivo, e quindi la ripresa economica alimentata dalle risorse del Pnrr.

Gli studi scientifici che, nell'ottobre dello scorso anno, si sono incaricati di dimostrare che l'anidride carbonica (gas serra) dispersa in atmosfera nelle zone di sfruttamento geotermico della Toscana non proviene dal ciclo produttivo delle centrali geotermoelettriche di Enel Green Power, ma in modo naturale per «degassamento diffuso dai suoli, proveniente dai magmi più o meno profondi e per reazioni termometamorfiche». 

I risultati dello studio “InVetta” - iniziato nel 20017 dall’Agenzia regionale di sanità (Ars) e dall’Ausl Toscana Sud Est - che con indagine di biomonitoraggio e valutazioni epidemiologiche ha verificato parametri sanitari e fattori di rischio di 2.060 amiatini residenti nelle zone di produzione geotermica. Arrivando alla conclusione che non ci sono correlazioni fra tumori o altre malattie e attività estrattiva dei fluidi geotermici, verificando anche che la presenza di arsenico nell'area è endogena.

Infine, l'iniziativa presa da un gruppo di parlamentari toscani del partito democratico tesa a prolungare la concessione di sfruttamento dei serbatoi geotermici a Enel Green Power fino al 2039, in cambio di investimenti cospicui nell'aggiornamento tecnologico delle centrali.

 

Cambiare passo

Tutto questo, è ormai evidente, congiura in favore di un rilancio e un potenziamento


dello sfruttamento della geotermia ad “alta entalpia” (fluidi da 150° a 180°) come fonte rinnovabile per la produzione di energia elettrica e calore. Fra l'altro, in termini simbolici, la nuova fase che rimette al centro la geotermia, è stata suggellata lo scorso 4 febbraio dall'inaugurazione del primo stralcio del nuovo sistema di teleriscaldamento di Piancastagnaio, paese geotermico sul versante senese dell'Amiata. In Toscana, infatti, sono già nove i Comuni teleriscaldati tra le province di Pisa, Siena e Grosseto (oltre a Piancastagnaio: Pomarance, Castelnuovo Val di Cecina, Monteverdi Marittimo, Monterotondo Marittimo, Montieri, Chiusdino, Radicondoli, Santa Fiora e altri impianti sono in fase di progettazione) per un totale di quasi 10mila utenti residenziali e commerciali, 26 ettari di serre ed un importante comparto della filiera artigianale, agroalimentare e turistica.

Ora è il momento di rompere gli indugi una volta per tutte, smettendo di farsi ricattare dalle argomentazioni pseudoscientifiche dei comitati che da anni tengono in ostaggio la geotermia. Indagini basate su criteri scientifici e tecnologie avanzate oramai affidabili e disponibili come gl’impianti a “ciclo binario” e i filtri “Amis”, impongono infatti di accelerare nello sfruttamento di questa fonte rinnovabile. Dando il via libera alla realizzazione di nuove moderne centrali già previste, ma anche concedendo le autorizzazioni alla perforazione di nuovi pozzi per verificare presenza e possibilità di coltivazione di altri serbatoi geotermici.

 

Un tesoro energetico sotto terra

Per avere un'idea più precisa, basti considerare che già oggi i 37 gruppi di produzione di proprietà di Enel Green Power forniscono il 34 per cento dell'energia elettrica di cui ha bisogno l'intera Regione Toscana. A fronte di questo dato di fatto acquisito, nella nostra regione la geotermia avrebbe un ulteriore potenziale di sviluppo a breve/medio termine di circa 200 MW - attualmente sono 800 i MW di potenza installata in Toscana, per circa 6 miliardi di KWh - e potrebbe aumentare quindi di un quinto attestandosi entro qualche anno, dai 5 ai 10 in base agli iter autorizzativi, intorno ai 1.000 MW complessivi di potenza installata.

La geotermia, inoltre, rappresenta un distretto tecnologico che dà occupazione a circa 700 dipendenti Enel Green Power nonché ad un indotto che coinvolge 80 imprese nei Comuni geotermici delle tre province di Pisa, Siena e Grosseto. Circa 150 ditte in tutta la regione per un totale di 1.500 addetti nelle aree geotermiche e oltre 4mila nel perimetro toscano.

A completare il puzzle geotermico, infine, c'è bisogno che l'Unione europea definisca il nuovo regime degli incentivi alle energie rinnovabili, denominato Fer-2 (fonti energetiche rinnovabili), In modo da incentivarne lo sviluppo.

A quel momento l'Italia, e la Toscana che ne costituisce il principale bacino geotermico, oltre che uno dei più importanti a livello mondiale, potrà contare su una fonte rinnovabile potenzialmente inesauribile per produrre energia elettrica riducendo la propria dipendenza catastrofica dai combustibili fossili. Che oltre a inquinare, ci rendono dipendenti dall'estero con costi energetici spropositati. Che in termini di qualità della vita pagano più di tutti le fasce di reddito medio basse.





Commenti

  1. Tranquillo. Già vedo comitati a go-go a difesa dell'ambiente e contro lo sfruttamento ulteriore della geotermia.

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