💡💡💡 #tiromancino – La solita “alberghessa” nell’ex area logistica del Baccarini? Anche No
Cosa fare all’interno dell’ex area logistica del Baccarini – a Marina di Grosseto lungo la provinciale 158 delle Collacchie – se non una bella “alberghessa”?
Mai sottovalutare le cose più scontate, che tanto puntualmente si verificano. Soprattutto quando sarebbe auspicabile un guizzo di creatività, magari per evitare di riesumare gli errori del passato. Dando continuità a un modello di sviluppo turistico oramai vieto, basato sulla moltiplicazione di volumetrie ricettive purché siano. Anche se, come in questo caso, a un chilometro e mezzo di distanza dal mare.
Il #tiromancino, nell'esercizio del diritto di cronaca e in quello sin troppo facile di fare la Cassandra, aveva tentato di esorcizzare il rischio “villettodromo” già nel dicembre del 2020, chiedendosi il perché di tanto silenzio sulla sorte di quei 20 ettari (appetibili) dell'ex area logistica dell'aeroporto Baccarini. Nonostante risalisse al 2016 il protocollo d'intesa fra Comune di Grosseto, Ministero della difesa e Agenzia del demanio per dare a quel rettangolo di terra una nuova destinazione urbanistica in vista della sua valorizzazione (parola dal significato multitasking). Poi un ulteriore #tiromancino nel novembre 2021. Naturalmente nessuna reazione.
Un po’ di luce
C’è voluto un accesso agli atti del consigliere comunale di Grosseto città aperta Carlo De Martis per scoprire alcune cose interessanti.
In particolare, che, nell’ambito della procedura di revisione del Piano strutturale e di quello operativo, il Comune di Grosseto ha inserito la scheda urbanistica n° 81, prevedendo in quell’area la realizzazione di una struttura alberghiera con una superficie coperta di 10mila metri quadrati, all’interno di un lotto di 7 ettari (dei 20 totali dell’ex area logistica). Proposta che fa parte di una novantina di schede approvate nell'agosto del 2021, fra le quali il Comune di Grosseto dovrà scegliere le priorità da sottoporre alla conferenza di co-pianificazione con la Regione Toscana.
A questo esito, rispetto al quale non c'era mai stata discussione pubblica, si è arrivati in seguito a un avviso del gennaio 2021 di Difesa Servizi Spa. Società di scopo del Ministero della difesa nata per «reperire risorse aggiuntive, creare ricchezza e attuare una gestione razionale degli asset».
Avviso «finalizzato esclusivamente alla ricezione di manifestazioni di interesse, nella prospettiva di favorire la massima partecipazione e consultazione del maggior numero di operatori economici potenzialmente interessati, in possesso di adeguati requisiti economici, finanziari e tecnico- organizzativi». Procedura che, evidentemente, si è chiusa con una manifestazione d’interesse a realizzare un grande albergo nel retroterra (al dì là della fascia pinetata) di Marina di Grosseto, che poi è stato deciso in Consiglio comunale fosse recepita in termini di potenziale indirizzo urbanistico.
Trasparenza, s’il vous plâit
Che quei 20 ettari potessero far gola a qualcuno era nella logica delle cose. Tuttavia, a oggi non si sa bene per quale motivo non sia stato reso noto chi ha manifestato il suo interesse a realizzare l’albergo a Difesa Servizi Spa, né si conoscono i contenuti del progetto. Nonostante l'avviso esplorativo per la manifestazione d’interesse prevedesse fra le altre cose la presentazione di un «progetto di valorizzazione e contestuale illustrazione dello stesso in relazione all’immobile prescelto», un «progetto di fattibilità tecnica ed economica» e un « piano economico finanziario asseverato, contenente l’indicazione del capitale investito, la provenienza creditizia o meno, la remunerazione del capitale e il margine di utile per l’operatore economico al netto del canone da versare a titolo di concessione» con tanto di «bozza di convenzione».
Un po’ di trasparenza non guasterebbe affatto. Fino a prova del contrario, infatti, si tratta del bando di una società pubblica, e, soprattutto, quella richiesta di un privato di utilizzare per 50 anni un terreno dello Stato è stata recepita come potenzialmente inseribile fra le previsioni urbanistiche del nuovo strumento di governo del territorio. Che se supererà il vaglio della co-pianificazione condizionerà le traiettorie di sviluppo del Comune di Grosseto, in particolare della frazione balneare di Marina, e più in generale almeno della fascia costiera.
Non è difficile immaginare, peraltro, considerate le usanze locali in tema di consumo del territorio, che una struttura ricettiva del genere potrebbe fare da apripista nella stessa ex area logistica del Baccarini a successive urbanizzazioni. Magari di carattere speculativo, magari in grado di modificare radicalmente gli assetti urbanistici di tutta la fascia a monte della SP 158, dalla rotonda delle quattro strade fino a Fiumara.
La qualcosa, intendiamoci, potrebbe anche essere. Se così fosse deciso consapevolmente. Ma che, quantomeno, dovrebbe accadere dopo una discussione pubblica su cosa fare di quei terreni.
E si torna al modello di sviluppo
Tutto questo, non è complicatissimo intuirlo, avrebbe molto a che vedere con il tipo di sviluppo socioeconomico cui come comunità dovremmo ispirarci nei prossimi quindici o vent'anni.
Continuare a costruire volumetrie residenziali e ricettive, oltretutto a un chilometro e mezzo dal mare, ad esempio, potrebbe essere una pessima idea. Intanto perché si perpetrerebbe un modello di offerta turistica oramai superata dai tempi, tutta basata sulla quantità e poco o nulla sulla qualità. Ipersaturando un'area già abbondantemente edificata, e assecondando la tentazione nemmeno poi troppo nascosta di congiungere la periferia di Grosseto con il mare, dando il là a una città diffusa nelle residue zone di campagna tra il capoluogo e la fascia costiera pinetata. Idea sulla cui malvagità sarebbe pleonastico soffermarsi oltre.
Quei 20 ettari urbanizzati dall'Aviazione militare negli anni Cinquanta, invece, potrebbero essere usati in maniera molto più proficua e originale. Puntando, ad esempio, su una moderna area produttiva - con la qualità a cui si sta pensando per quella di via Genova a Grosseto - vocata ad accogliere alcune attività manifatturiere innovative e potenzialmente in grado di attrarre lavoro qualificato. Sfruttando il vantaggio competitivo di un terreno a due passi dal mare e abbastanza grande da poter mimetizzare i nuovi insediamenti nel verde. Cosa per fare la quale bisognerebbe avere un po’ di ambizione, una certa dose di visione e la volontà di coinvolgere soggetti come Invest in Tuscany. Oltre che la capacità di interloquire con il Ministero della difesa offrendogli alternative credibili e remunerative (considerato che Difesa Servizi Spa cerca quattrini) rispetto alla banale e stantia logica della speculazione edilizia.
I have a dream
Come esercizio di stile, proviamo allora a sognare a occhi aperti. La Toscana è uno dei tre poli farmaceutici e biomedicali più importanti d'Italia. Solo per rimanere alle ultimissime novità: a Livorno (interporto di Guasticce) è stato trovato l'accordo per realizzare una piattaforma (hub) per la movimentazione internazionale dei farmaci (porto di Livorno e aeroporto di Pisa). A Siena è stato appena illustrato un progetto di un centinaio di milioni di euro per ampliare il polo vaccinale nell'ambito del parco Toscana Life Sciences. A Pisa, pochi giorni fa, un paio di multinazionali hanno detto di apprestarsi ad ampliare le proprie attività con un centinaio di nuove assunzioni. Stiamo parlando di investimenti che saranno pienamente operativi entro i prossimi 5 anni.
In questa cornice, l'ex area logistica del Baccarini non potrebbe forse ospitare attività produttive di questa natura (e non solo)? Magari collegandosi ad altre realtà toscane già esistenti? Magari sfruttando la velocizzazione dei collegamenti che porteranno l'adeguamento di Corridoio tirrenico e Due mari? Possibile che a rendersi conto delle nuove opportunità che potremmo avere proprio in virtù di certe nostre caratteristiche, sia stata solo Amazon, che sta costruendo un proprio magazzino di smistamento in via Genova (che occuperà un centinaio di addetti)?.
È vero che, come recita l'adagio popolare, «il maiale sogna la ghianda». Ma abbiamo proprio tutta questa convenienza a continuare a pensare che l'unica via di sviluppo per quest'angolo di Toscana sia quella del turismo di massa, possibilmente premiando la rendita di pochi e continuando ad avere posti di lavoro a tre mesi, quando va bene?
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